Propedeutico

Il propedeutico è un periodo di discernimento, studio e “rallentamento”, dove al centro della vita non ci sono più le tante attività, lavori e servizi che svolgevamo, ma l’occasione per “ritornare” in noi stessi.

Il cammino della comunità propedeutica

Anche quest’anno, con grande gioia da parte della Chiesa marchigiana, alcuni giovani hanno iniziato a muovere i primi passi nella Comunità del Propedeutico del Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Ancona. 

Il propedeutico è un tempo, che generalmente dura un anno ma può durare anche più anni a seconda della situazione. Si svolge in una comunità separata rispetto al seminario, che vive quasi in completa autonomia. Mira a conoscere e costruire le basi per un percorso spirituale e umano che porterà il giovane a entrare nel seminario con una buona preparazione di base.

Regola di vita comunitaria

Il seminario ci dà degli strumenti: innanzitutto un educatore che ci segue da vicino e condivide con noi la vita di tutti i giorni, un padre spirituale che ci aiuta sempre più a vivere secondo la Grazia dello Spirito Santo e un formatore che ci accompagna in un percorso di crescita umana e conoscenza di noi stessi. 

Essenziale è avere un luogo dedicato alla vita dei propedeuti. Nel nostro seminario il terzo piano è dedicato quasi completamente al propedeutico con camere doppie o triple a seconda della necessità, una bellissima cappellina con una finestra che da sul mare, una sala studio, una sala dove poter vedere dei film o passare del tempo in fraternità, una sala da pranzo con cucina e un balcone in cui si può ammirare dall’alto la città di Ancona, perfino la cattedrale di San Ciriaco. 

Durante l’anno propedeutico ci sono tanti momenti formativi come le lezioni sul catechismo della chiesa cattolica, un corso biblico, un’introduzione alla filosofia, al latino e al greco e i vari servizi caritativi: alla Mensa del povero, all’Opera Padre Guido e al Centro “Bignamini” – Fondazione Don Carlo Gnocchi. 

La più grande occasione di formazione è data proprio dal vivere in fraternità: non è facile convivere con persone che non hai scelto. Eppure, dopo essersi scontrati con i difetti ed i limiti di ciascuno, iniziano ad emergere anche le doti ed i pregi, e allora il timore per la difficoltà della convivenza lascia il posto alla vera esperienza di comunità, nella quale c’è sempre qualcuno pronto ad accoglierti e ascoltarti, sia nei momenti di sconforto che in quelli di gioia. 

Il propedeutico è un periodo di discernimento, studio e rallentamento, dove al centro della vita non ci sono più le tante attività, lavori e servizi che svolgevamo, ma ritorniamo in noi stessi.

Regola di vita comunitaria

Dove sei?

È la domanda che apre il libro di Martin Buber “Il cammino dell’uomo”, letto in parte nel corso tenuto generalmente dal rettore, che si può tradurre anche con la domanda: chi sono io? Solo a partire da questa domanda ci si può mettere in cammino e solo quando c’è esperienza di Dio si può anche chiedere: ma chi sei tu Signore?

Solo una ricerca straziante di Dio e del senso profondo che dà alla nostra vita, ci permette di venir fuori dal mondo e vivere quest’anno di discernimento. Dio è quell’amore che quando lo si riceve è come una abbondante pioggia su terra arida e assetata di acqua che non rimane incorrotta ma porta vita e frutto.

Capito questo siamo chiamati a porci altre domande: che cosa proponi? Che cosa prometti? Ma soprattutto, Signore, se accolgo tutto questo amore, a chi devo portarlo?

Ecco, il tempo propedeutico è essenzialmente questo: l’inizio e la conferma che nella nostra vita è successo qualcosa di sorprendente e siamo pronti a incamminarci per capire come donare ad altri il grande dono che abbiamo ricevuto.