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CARITAS

Caritas

La Caritas Italiana è l’organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica.

Come Seminario viviamo questo servizio in una duplice forma. In primo luogo ci rechiamo al Centro Caritas di Ancona “Gabriele Ferretti”, nato come “opera-segno” del Congresso Eucaristico Nazionale del 2011. Siamo coinvolti nella mensa serale e nella “Casa di Zaccheo” che offre una “seconda accoglienza” in vista di un reinserimento sociale. Le persone che incontriamo portano storie dolorose e spesso drammatiche di povertà, perdita del lavoro, abbandono familiare, ingiustizia ed emarginazione sociale e immigrazione. Il senso profondo di questa esperienza sta in quello che Papa Francesco chiama “toccare la carne di Cristo”: la carne sofferente del fratello è la carne ferita e piagata di Cristo che è nascosto in loro, perché “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25). Non vergognandoci del fratello ma accogliendolo, rispondiamo alla chiamata a diventare consolazione e segno dell’amore del Padre che ha cura di tutti i suoi figli.

In secondo luogo viviamo una parte del nostro servizio all’emporio “Vestiilbene” di Ancona. Si tratta di un negozio di abbigliamento di abiti nuovi, o usati in buono stato, donati da aziende e cittadini.
Vi accedono persone e famiglie del territorio, che si trovano in una situazione temporanea di difficoltà e ha l’obiettivo di garantire loro l’autonomia e la dignità che meritano. Anche in questo caso ci avviciniamo alla necessità fondamentale della persona che nel vestirsi trova dignità, ed in particolare nel poter scegliere il proprio abbigliamento scopre un’autonomia possibile e vive un senso di sé più appropriato. 

Il servizio caritativo costituisce una parte fondamentale del nostro cammino in Seminario, nel viverlo siamo aiutati a crescere umanamente e spiritualmente per assumere sempre più i sentimenti del Pastore Buono, Cristo, dal quale per primi ci sentiamo sempre salvati e chiamati. 

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Il Focolare

La Casa Alloggio “Il Focolare” nasce nel 2002 per ospitare persone in HIV/AIDS ed è gestita dall’Associazione Opere Caritative Francescane O.D.V. Attualmente la Casa conta una disponibilità di 10 posti letto, cui si può accedere attraverso una richiesta inviata attraverso l’Unità Funzionale HIV (ASUR Marche Area Vasta 2 – vedi modello allegato): la maggior parte dei posti è a disposizione di persone che risiedono nelle Marche, ma vi sono posti riservati anche a ospiti provenienti da altre Regioni.
Il Focolare è la prima tra le realtà realizzate e gestite dalle Opere Caritative Francescane che, sempre in ambito di HIV/AIDS, negli anni hanno scelto di intervenire anche in altri settori (reinserimento sociale e prevenzione) mantenendo ferma l’attenzione ai principi, cristiani e francescani, che ne hanno ispirato la creazione. Rappresenta, all’interno della grande tradizione francescana, uno dei tanti, innumerevoli, tasselli di un mosaico della carità che ha avuto lungo il corso dei secoli meravigliose espressioni e realizzazioni. È seguendo questo percorso che Padre Silvano Simoncini, giunto da Roma negli anni ‘90, ha sognato, progettato e realizzato “Il Focolare”, un luogo dove accogliere le persone in HIV/AIDS. Nei suoi 15 anni di attività sono state ospitate al suo interno poco meno di 100 persone provenienti in gran parte (circa il 60%) dalle Marche: tante realtà differenti, tante vite differenti che sono state seguite da una équipe di 15 persone composta da Direttore Sanitario, Psicologa, Operatori, Fisioterapista, Infermiere, Maestra d’Arte, Cuochi e Supervisore. 

Come seminaristi viviamo un pomeriggio a settimana in cui siamo chiamati a vivere la quotidianità della casa. Affiancarsi a ciascuno degli ospiti è fare l’esperienza di toccare in prima persona coloro che per diverse ragioni si sono trovate ai margini della vita, sia per la loro condizione fisica che per quella sociale. È come sempre una grande possibilità che il percorso formativo ci offre, quella di cominciare a sperimentarsi nel dono di sé, scoprendo ogni volta di essere stati noi i primi emarginati ai quali il Signore ha teso la mano e restituito dignità.

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I Salesiani

In questo tempo di Discepolato, ai seminaristi viene chiesto di uscire dal seminario per iniziare a prestare un servizio che sia insieme caritativo ed educativo, andando nel cuore della città, nella sua vita quotidiana, nei suoi ritmi e nelle sue provocazioni. Si recano  quindi, una volta a settimana, presso l’oratorio salesiano di Ancona, per inserirsi nel progetto del “dopo scuola”  che già da tempo impegna la comunità parrocchiale, collaborando con gli operatori e i coordinatori presenti. Il “dopo scuola” è una risposta concreta per uno dei quartieri della città più spiccatamente multietnico, dove si trovano a convivere tante diverse culture e tante esperienze di vita, a volte anche difficili. Diventa quindi un luogo privilegiato e sicuro, nel cuore del cortile salesiano, in cui tutti i bambini e ragazzi del quartiere possono trovare un clima favorevole per lo studio, dove possono essere seguiti ed aiutati all’occorrenza. Oltre al servizio in sé il “dopo scuola” diventa un importante luogo d’incontro e di scambio culturale, la partecipazione dei bambini e dei ragazzi nasce da una richiesta e da un dialogo con la famiglia, andando oltre alla difficoltà linguistica, per intessere rapporti nuovi, piccoli ma fondamentali legami di comunità. Il seminarista si inserisce in questo contesto aiutando i ragazzi e instaurando con loro un dialogo che va oltre il solo svolgimento dei compiti scolastici, approfondendo gli argomenti con una attenzione alla curiosità e al livello del ragazzo. Si incontra così la realtà di questi piccoli fratelli che vivono il nostro tempo, cercando di mantenere vivo il contatto e il rapporto umano, che vive del dialogo aperto con gli altri collaboratori, mossi da uno spirito di servizio reale anche nelle situazioni difficili.

 una volta settimana si recano quindi presso l’oratorio salesiano della parrocchia della Sacra Famiglia di Ancona. 

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Esperienza formativa alla Casa Circondariale

La voce di Gesù dice nel vangelo di Matteo: “ nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25, 36).

Tra le opere di misericordia che la Sacra Scrittura suggerisce al Catechismo della Chiesa Cattolica il visitare i carcerati è forse una delle più difficili da praticare per il singolo. Sarebbe infatti complesso ottenere un permesso per incontrare un estraneo per nessun’altra motivazione se non la compagnia e la conoscenza reciproche.

Eppure il Nuovo Testamento rende chiaro che è proprio l’incontro personale con Gesù ciò che avviene quando ci facciamo vicini e presenti per il bene del prossimo; sia esso affamato, malato o privato della libertà.

Il Seminario Marchigiano ha, già da lungo tempo, stabilito un contatto con l’Area Pedagogica della Casa Circondariale di Montacuto ad Ancona. Attraverso questo ufficio, che si occupa della didattica all’interno della struttura, è possibile incontrare i detenuti in un ambiente protetto.

Questa esperienza formativa, dedicata ai seminaristi dal terzo anno, rende facile questo incontro personale, informale e amichevole. Nell’ottica cristiana dell’ascolto reciproco abbiamo incontrato gli uomini, nostri prossimi, con le loro storie, le loro problematiche e le loro risorse. Abbiamo potuto condividere dei momenti di spensieratezza, condividendo la gioia del Vangelo e, per quanto possibile, stabilire un rapporto di vicinanza e amicizia.

Importante per i detenuti è la possibilità di trovare una persona che si prenda a cuore le loro ansie e così sentirsi interpellati personalmente, come persona alla pari, al di fuori della dinamica disumanizzante del carcere. Ogni nuovo appuntamento è una nuova occasione per approfondire la conoscenza reciproca. Con pazienza e costanza è possibile anche condividere e ripercorrere le strade della nostra vita, senza vergogna. Riportando alla luce le difficoltà per illuminarle di luce nuova, con un sorriso che ha il sapore della Speranza.

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Pastorale universitaria

Fra i servizi che la comunità del seminario svolge nel corso del cammino formativo c’è quello della collaborazione con la pastorale universitaria, solitamente offerto dai seminaristi del quinto anno formativo, in cammino verso il diaconato. Il contributo richiesto ai seminaristi consta nell’organizzare e guidare nel corso dell’anno alcune serate con il gruppo di giovani universitari che settimanalmente si incontrano in centro ad Ancona, presso la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano. Il servizio di pastorale universitaria proposto dall’Arcidiocesi di Ancona, esiste già da diversi anni, ed offre significativi momenti di fraternità e di approfondimento in un cammino proposto e strutturato su misura per gli studenti, molti dei quali sono fuori sede. I momenti d’incontro fra i seminaristi e i giovani universitari, sono senz’altro preziosi, perché permettono un dialogo e un confronto “alla pari”, fra coetanei che condividono un medesimo approccio sul mondo, che li porta a trovarsi spesso sulla stessa frequenza ed intendersi al volo su molti temi. 

I giovani universitari che scelgono di seguire un cammino di fede anche negli anni universitari, sono giovani in ricerca, mossi da un profondo desiderio di conoscenza della propria fede, che li porta spesso a porsi domande “alte”; si tratta di giovani di età compresa perlopiù fra i 20 e i 30 anni (anche se non mancano gli “outsider”, un po’ come i seminaristi), di ambedue i sessi, provenienti da diverse facoltà universitarie, ma vi sono anche giovani che terminati gli studi, continuano a seguire gli incontri. Posso dire per esperienza personale che gli incontri avvengono in un contesto familiare che favorisce un fecondo scambio di idee; già dopo pochi incontri fra studenti e seminaristi si ingenera un clima di amicizia che fa da sfondo a dialoghi e condivisioni fraterne su vari aspetti che caratterizzano i nostri cammini di fede, le nostre domande, i nostri dubbi, ma anche la nostra gioia di essere cristiani. 

La proposta che viene fatta, solitamente, è quella di proporre cammini differenziati, che spaziano dagli ambiti dell’affettività e conoscenza di sé, alla spiritualità e alla condivisione della propria esperienza di fede. Neppure l’emergenza Covid-19 è riuscita ad interrompere questa bella esperienza; anche in streaming, molti giovani continuano a collegarsi, animati da un desiderio di ricerca e di confronto che, come la fede che condividiamo, non conosce ostacoli né barriere.