La comunità

Il Seminario, oggi più che mai, vuole essere un luogo per la formazione di semplici cristiani, con il desiderio di mettersi a servizio là dove verranno inviati, perché ad ogni uomo arrivi la buona notizia del Vangelo.

Il cammino del seminario

Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano

Os 11,3

Le parole del profeta ci parlano di un Dio che accompagna l’uomo con dolcezza, come un papà col figlio piccolo, affinché impari a camminare con le proprie gambe. Può capitare però che si giunga in seminario sentendosi già arrivati, quasi che lo si consideri più come un ostacolo tra sé e il proprio obiettivo che come un luogo di crescita e maturazione. E, come per il bambino troppo sicuro di sé, le cadute in questo caso non mancano.

C’è una parola che accompagna questo cammino fin dal Propedeutico: la docibilitas.

Neologismo dal sapore latinista, ma assolutamente moderno nella sua formulazione, è una parola che vuole incarnare la necessità fondamentale della formazione, che consiste nel desiderio di lasciarsi plasmare dalla Grazia attraverso la mediazione della Chiesa, affinchè l’intera vita del giovane in formazione diventi una Parola in missione.

Lungi dall’essere un’accademia per i generali ecclesiastici di domani, il Seminario oggi più che mai vuole essere un luogo per la formazione di semplici cristiani, con il desiderio di mettersi a servizio là dove verranno inviati perché ad ogni uomo arrivi la buona notizia del Vangelo. Questo è possibile solo se, fin da subito, il seminarista accoglie tutto quello che la vita di seminario propone come un’occasione di servizio e di crescita al tempo stesso, due dimensioni della persona, che maturano solo se vissute come un’unità inscindibile.

Ecco allora che tutti gli aspetti della vita quotidiana diventano un’occasione di formazione e di servizio: lo studio della filosofia e della teologia alimenta la conoscenza e l’amore per la Parola e per tutte le sue manifestazioni nella vita del mondo; la formazione umana, vissuta anche attraverso l’apporto di personale qualificato, insegna a rimuovere gli ostacoli che la vita ha posto al desiderio di una donazione piena al Signore; la vita comune è palestra di relazioni buone e costruttive; l’Eucaristia quotidiana e la preghiera liturgica comune aiutano a vivere ogni momento della giornata come offerta al Padre “per Cristo, con Cristo e in Cristo”; l’accompagnamento spirituale permette di riconoscere, nella propria storia, la storia d’amore con Dio, che cresce e porta frutto nel silenzio e nella preghiera personale; i servizi comunitari, infine, diventano l’espressione concreta e visibile dell’amore per la Chiesa nella dedizione alla piccola porzione di essa in cui si vive.

Sono tante le fatiche, innumerevoli le cadute e le volte in cui è necessario rivedere la rotta e le proprie priorità. E se la certezza che il Signore è presente e non abbandona i suoi figli è quella che tiene salda la barca quando il mare è in burrasca, anche nei momenti più belli è bene ricordare che quella presenza è costante nelle tante mani tese dei fratelli di cammino. Se infatti il percorso del seminarista è per sua natura personale e limitato nel tempo e nello spazio, è anche vero che senza una comunità esso non potrebbe aver luogo e, soprattutto, non potrebbe continuare per tutta la vita in una preziosa trama di relazioni e amicizie che è alimento e testimonianza per la vita delle chiese a cui si è inviati.

Impareremo a camminare; per mano insieme a camminare.

Zucchero/De Gregori – Diamante