Sorella noia

di: Michele Casi

29 Mar 2021

In un intervento recente, Y.N. Harari dice: Non arriverai mai alle parti interessanti del viaggio – sia del viaggio in senso fisico, sia del viaggio “interiore” – se non ti dai il diritto di attraversare le parti di noia, alcune volte di sofferenza e di paura”.

Nella letteratura la noia è un tema che non viene trattato spesso. A pensarci bene, un rinvio sulla noia che potremmo fornire sono alcune pagine frutto del genio di Dostoevskij, ne L’idiota. Ognuno si può dilettare a cercarne altri. Con qualche probabilità qualcosa viene detto nell’universo della letteratura realista nordamericana. Verosimilmente, si troveranno molti più riferimenti, e comunque piuttosto pochi, nella saggistica spirituale e di crescita personale.

La noia è una parte consistente dell’esistenza umana. Eppure, non siamo molto bravi ad averci a che fare.

La noia viene accolta nell’esperienza umana anche attraverso la vita di Cristo. Certo, è difficile dire se nei racconti evangelici vi sia un riferimento diretto alla noia. Tuttavia, è altrettanto difficile immaginare che nei trent’anni di vita privata, un giovane carpentiere di Nazareth non abbia mai sperimentato qualche momento “morto” e non si sia mai “annoiato”.

sorella noia

La noia nasce sempre, più o meno direttamente, da un accadimento della realtà, ad esempio un momento morto o un compito ripetitivo, ma si descrive come vissuto interiore, atteggiamento dell’animo. Una profonda insofferenza e insoddisfazione, accompagnata da un vago ma acuto senso di mancanza e vuoto.

Delle diverse sfumature che può avere la noia, se presa in sé e per sé, può essere facilmente descritta come un’esperienza umana francamente insopportabile. Se immaginassimo di elevare quegli attimi di noia, magari proprio attraverso una delle fantasie torturatrici dantesche, a un vissuto costante e insuperabile, essa sarebbe forse una delle esperienze peggiori che si possano augurare a qualcuno: un eterno vago ma acuto senso di mancanza e vuoto.

L’atteggiamento tipico della persona alle prese con il disagio della noia consiste nell’aggirarla, evitarla, escogitare una strategia per superarla. Forse anche il lettore incuriosito ha aperto questo sito perché era “annoiato”. Questo lo sanno bene le compagnie che si occupano di campagne pubblicitarie, che della noia e dei conseguenti comportamenti fanno il loro, come si dice, core business.

Avere a che fare con la noia non è facile, però sarebbe utile trattarla per ciò che è, come uno dei doni del creato. “Sorella noia”, come sorella tristezza, sorella paura, sorella sofferenza, sorella fatica, fa parte della vita.

Da questo punto di vista, la noia è una porta. Alcune volte è una porta verso l’ascolto di sé, altre volte una porta verso nuovi progetti, altre volte ancora una porta verso l’altro che ci sta di fronte. La noia ci permette, in fondo, di scombinare le carte in tavola e mollare le redini, perché qualcosa fuori dal nostro diretto controllo razionale – un “fuori programma” – ci colpisca e ci riaccenda.