Vuoi venire a cena con me? L’esperienza degli Esercizi Spirituali Ignaziani

di: Daniele Mariani

29 Nov 2021

Sei mai stato invitato ad una cena importante? Da un amico, dall’amore della tua vita o da un famigliare. Una di quelle cene in cui non importa dove e quando si fa, l’importante è che tu ci sia, insieme a quella persona. Quella cena in cui ti senti libero di essere te stesso, in cui già andando sei felice perché dentro di te sai che starai bene, perché sai che puoi raccontare la tua giornata, il periodo che stai passando, a volte sfogarti, consegnare le difficoltà che stai vivendo, oppure condividere le gioie che ti riempiono, o i desideri che ti muovono dentro. E dall’altra parte avere una persona che ti ascolta, ti conosce, ti comprende, non ti risponde con frasi scontate, con ciò che vorresti sentirti dire, ma che dice ciò di cui hai bisogno, parla al tuo cuore. E alla fine di quella cena, dopo aver raccontato, ascoltato, riso o pianto, torni a casa un po’ diverso, grato di avere quella persona accanto, di aver passato una bella serata e, forse, anche con qualche consapevolezza in più, o, magari, con una decisione presa.


Gli Esercizi Spirituali, per me, sono un po’ come questa cena. La prima volta che ho partecipato a questa esperienza è stato nel 2012, avevo 17 anni. Frequentavo il MEG (Movimento Eucaristico Giovanile) a Pescara e la mia responsabile mi aveva invitato a questa “cena” misteriosa. Era un periodo in cui la mia fede stava crescendo e, allo stesso tempo, in cui vivevo la sofferenza di un amore non corrisposto. Allora decisi di andare, fidandomi delle parole della mia responsabile perché avevo pensato di affidarmi totalmente alla preghiera per superare quella tragica storia d’amore. Ero il più piccolo del gruppo. Oggi ho 27 anni e posso dire che non potevo fare scelta migliore.

PHOTO 2021 11 24 15 54 25 2 edited

Negli anni è stata un’esperienza che ho voluto ripetere perché ogni volta mi ha dato qualcosa di nuovo, di importante, mi ha fatto crescere, nella fede e come persona.


Potrei riassumere l’esperienza degli Esercizi Spirituali come un incontro. Un incontro profondo con il Signore. Forse il più profondo e autentico che posso vivere nella fede. Ma non solo, è un incontro anche con me stesso, con la parte più profonda di me, con la parte più vera della mia vita, quella che tocca la verità di tutte le dimensioni della mia realtà. E ogni volta, è un grande respiro di libertà e pace.

Come quella cena importante, anche negli Esercizi mangio. Mi nutro dell’amore di Dio, una pietanza delicata, leggera, rispettosa, ma capace di penetrare fino alla parte più buia delle mie viscere. Come in quella cena importate, parlo con la persona che mi ha invitato. E come in tutte le relazioni, c’è il momento in cui ascolto. Per ascoltare il Signore è importante fare silenzio. Esso permette di creare spazio dentro di me per accogliere la sua Parola. Ecco perché i giorni degli esercizi si passano per lo più in silenzio. Questa cosa inizialmente mi spaventava, avevo paura di non essere in grado, di soffrire nel non poter parlare, ma poi si è rivelata una cosa facile ed essenziale. È come cenare in un ristorante dove, intorno a te, gli altri clienti parlano a bassa voce: ti permette di ascoltare meglio chi hai di fronte. È abbassare il volume esteriore, spesso dominato dalle pulsioni, per aumentare il volume interiore, dove risiede il sentimento e la consapevolezza più profonda.
Durante gli esercizi, come in una cena, non è detto che sia tutto facile. A volte ho dovuto attendere con pazienza l’arrivo del piatto. A volte questo piatto non corrispondeva a ciò che mi aspettavo, spesso ho avuto distrazioni, o resistenze, ma alla fine, vissuto con autenticità, tutto mi nutriva, anche solo l’attesa, che in fondo è il momento in cui si parla di più con chi è a tavola con te. In una cena, inoltre, si prendono diverse decisioni: dove sedersi al tavolo, cosa ordinare da mangiare, chi paga. Anche negli Esercizi si prendono decisioni. Ho avuto la fortuna di conoscere il discernimento ignaziano, una potente arma che mi permette di riflettere sulle decisioni prese e quelle da prendere.


Negli Esercizi Spirituali di dieci anni fa il Signore mi disse: “Non temere, perché io sono con te” (Isaia 43). È stata una bomba di speranza per me, che mi ha dato la forza per affrontare quel periodo difficile e di scommettere ancora nella relazione con quella ragazza, Giulia. Quella che era partita come una tragica vicenda è diventata poco dopo la storia d’amore della mia vita. Negli Esercizi Spirituali di quest’anno, dopo nove anni di fidanzamento con Giulia e dopo un incontro commovente con Gesù, ho deciso di sposarla. Dieci anni fa un invito a “cena”, oggi, come si dice, un invito a nozze. Un invito al quale con coraggio, per amore e nella libertà, ho risposto sì.

PHOTO 2021 11 24 15 54 25